Le architetture della seicentesca Villa della Regina, nel Borgo Po di Torino, e del suo squisito giardino all'italiana si coniugano con una serie di scenografici giochi d'acqua, secondo il gusto magnificente dell'epoca alla corte sabauda.
Dal viale alberato di accesso si giunge al piazzale del Gran Rondeau, uno scalone ellittico a doppia rampa con una fontana centrale di 20 metri di diametro, raffigurante il dio Nettuno contornato da 11 divinità fluviali.
Dal monumentale primo scalone si sale ad una terrazza rettangolare da cui si prosegue con due ulteriori rampe a tenaglia che racchiudono una vasca più piccola, detta Vasca della Sirena, caratterizzata dalla statua in marmo della figura mitologica.
Superato il maestoso edificio della villa, sul retro il giardino si dispone in un vasto emiciclo scavato nella collina, disposto su 3 livelli suddivisi da filari di siepi di bosso.
L'esedra semicircolare che si apre, attorno ad una piccola vasca quadrilobata in marmo, è delimitata da un muro in cui sono scavate 20 nicchie in parte adorne di statue, sovrastato da una balaustra.
Al centro, introdotta da due obelischi, si apre una scalinata che porta ad un'ulteriore vasca prospiciente la Grotta del Re Selvaggio.
La grotta, tipica espressione del naturalismo barocco, è tripartita e decorata all'interno con effetti cangianti di pietre policrome; al fondo della galleria centrale troneggia la statua del Re Selvaggio.
Oltre la Grotta, la scalinata prosegue fino al culmine centrale dell'anfiteatro che costituisce il Belvedere superiore, alla cui base sorge un'ulteriore fontana, detta del Mascherone.
Dalla fontana si diparte la cosiddetta Cascatella della Naiade, composta da due filari di pietra paralleli a fianco di una gradinata, da cui l'acqua scorre giungendo fino alle fontane sottostanti tramite un sistema di canalizzazioni.
L'intero circuito delle vasche e delle fontane è alimentato da varie sorgenti naturali nella collina stessa.