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CONTEST 2022
Art&Frutta
 
 

Frutta Martorana

I frutti verosimiglianti realizzati con pasta di mandorle e zucchero furono un'invenzione delle monache del convento benedettino di S. Maria di Martorano, ovvero "La Martorana" di Palermo, fondato già alla fine del secolo XII da Aloisia e Goffredo di Martorano, maestro giustiziere della Magna Regia Curia di Sicilia.

L'ideazione della Frutta Martorana si fa risalire ad un evento preciso: nel giugno 1537 l'imperatore Carlo V, re di Sicilia, si sarebbe recato in visita al monastero di cui era noto il rigoglioso giardino d'aranci. Vista la stagione, però, gli alberi erano privi di frutti, quindi le monache, per non deludere l'illustre ospite, avrebbero realizzato dei frutti artificiali con pasta di mandorle colorata, decorando di finte arance e frutta di varia stagione tutti gli alberi del complesso claustrale.

L'effetto spettacolare avrebbe colpito in modo particolare la corte palermitana, da cui in breve tempo si sarebbe diffusa la tradizione di farsi confezionare appositamente i frutti della Martorana, detti appunto di pasta reale.

Col sinodo diocesano di Mazara del 1575, tuttavia, alle monache si proibì di proseguire nel confezionamento di questa frutta (come di altri dolci tradizionali, tra cui la cassata), col pretesto che recava troppa distrazione, per cederne il monopolio alla corporazione dei Confettieri, mantenendo peraltro il nome originario.

Oggi, come allora, la Frutta Martorana costituisce uno dei più suggestivi esempi di arte effimera da tavola, prodotto tipico e vanto della pasticceria siciliana.